Tuesday 14 November 2017

L'inizio della nostra fantastica avventura - Alma Bibolotti





Entusiasmo, calore, tante emozioni. Un'esperienza variegata e interessante sul piano umano e professionale, quella che mi sento di definire la nostra 'avventura formativa' in Spagna, iniziata martedì mattina quando, all'IES Francisco Ros Giner, abbiamo ritrovato Carmen, la collega che avevamo conosciuto la sera prima. Con lei ed Enrique, il nostro referente di Progetto, in un tipico ristorante lorquino, mentre degustavamo alcuni dei tipici piatti murciani, ci eravamo già confrontati su alcuni aspetti della realtà scolastica spagnola e su quanto la metodologia CLIL sia sviluppata e diffusa, dalle scuole primarie alle superiori. Per questo eravamo davvero entusiasti e non vedevamo l'ora di cominciare!



 


Carmen Bano, insegnante d'Inglese e responsabile del progetto CLIL, ci ha presentati al Preside dell'IES Francisco Ros Giner, FRANCISCO GONZÁLEZ HERNÁNDEZ, davvero molto cordiale ed anche lui felicissimo di accogliere l'équipe di insegnanti italiani e la Preside: così, dopo una battuta sulla terribile e recente sconfitta dell'Italia (si sa, il calcio è davvero lingua universale...), il Preside ci ha lasciati con Carmen che ci ha fatto visitare la struttura, molto moderna anche se non ancora del tutto finita...In effetti, la scuola è stata quasi completamente ricostruita secondo criteri moderni e anti-sismici, a seguito del terremoto che ha colpito la città nel 2010.



Passiamo davanti all'aula dei professori, dove Carmen ci presenta il suo collega di Matematica che anche lui insegna avvalendosi della metodologia CLIL. Ci sembra che gli insegnanti instaurino con gli alunni dinamiche relazionali abbastanza informali. Alla fine della seconda ora, i ragazzi lasciano le aule per l'intervallo.




La prima impressione che si riceve girando nell'edificio è di grande cura e rispetto per gli ambienti, nonostante l’assenza della figura professionale del collaboratore scolastico. Anche se le aule non sono tutte attrezzate con supporti multimediali, vi sono diversi laboratori informatici, molto simili ai nostri.




Carmen ci spiega che il tempo della didattica, dal lunedì al venerdì, è prolungato fino alle 14.30 ma risulta complessivamente più “sostenibile” perché è ripartito in lezioni dalla durata di 55 minuti e intervallato, ogni due ore, da pause di circa 20 minuti durante le quali gli studenti sono liberi di uscire nel cortile.








Un'altra differenza significativa sul piano logistico, riguarda il cosiddetto 'cambio della materia', visto che in Italia gli alunni sono abituati a stare sei ore consecutive nella stessa stanza, mentre in Spagna si spostano da un’aula all’altra: per questo, ad ogni 'cambio di ora' assistiamo ad un enorme spostamento nei corridoi dell'istituto.










In Spagna non esiste una differenziazione tra istituti professionali, tecnici e licei: ogni studente frequenta un unico “Bachillerato” per poi scegliere eventuali materie opzionali, a seconda dei propri interessi o del futuro campo di specializzazione all'università.




La durata di quella che si chiama Educazione secondaria obbligatoria (ESO) è di soli 4 anni ed è suddivisa in 2 cicli: da 12 a 14 anni e da 14 a 16 anni. Al 3° e 4° anno, gli insegnamenti si organizzano in materie dell'area comune e dell'area specialistica che costituiscono, queste ultime, le specificità dei due principali Itinerari Formativi, quello Tecnologico e quello Scientifico Umanistico. Al 4° anno, le materie comuni ai due itinerari sono per esempio: Educazione fisica, Etica, Geografia e Storia, Lingua spagnola e Letteratura, Lingua Straniera, Società Cultura e Religione. Al termine dei 2 cicli gli studenti possono accedere al Bachillerato che ha carattere facoltativo e dura di 2 anni, ai Cicli formativi di grado medio della Formazione Professionale e Arti Plastiche o al mondo del lavoro.


Finalmente, entriamo nel vivo della nostra attività di Job Shadowing e ci dividiamo in tre gruppi: Tiziana Minardi, Silvia Masiello ed io assisteremo alla lezione di Storia.




Abbiamo potuto notare come la collega abbia programmato dettagliatamente la lezione. Nella micro-progettazione, erano presenti gli orari di ogni attività e la docente utilizzava una metodologia di tipo attivo in cui intervallava momenti di spiegazione teorica a momenti di esercitazioni pratiche.



La lezione si è svolta secondo la modalità CLIL che prevede tre fasi: orientation, complication, resolution. All’inizio, la docente ha chiarito quali fossero gli obiettivi didattici, ripetuto i contenuti della lezione precedente attraverso domande (elicitazione dei prerequisiti). Per quanto riguarda gli strumenti e i materiali, l’utilizzo di un libro di testo molto semplice e con tante immagini, se da un lato aiuta lo studente a livello di memoria visiva e non scoraggia l’apprendimento, dall’altro forse non stimola l’acquisizione di un linguaggio settoriale (estremamente importante per determinate discipline).





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